“La cosa giusta da fare” - La storia di Rosa Parks | 2 Dicembre 2017 |
Se hai pensato almeno una volta nella tua vita in questo modo, ti voglio raccontare una storia di oltre sessanta anni fa: la storia di Rosa Parks.
Rosa nasce il 4 Febbraio 1913 a Detroit, una città dove era forte la segregazione dei neri da parte della maggioranza bianca. Era figlia di James e Leona McCauley, entrambi cristiani di confessione metodista. Rosa inizia a lavorare nel 1931 come sarta in un grande magazzino a Montgomery, in Alabama, dove si era trasferita nel 1929 (altro stato dove era fortissima la segregazione dei neri), e l'anno successivo sposa Raymond Parks, anche lui nero e attivo nel movimento dei diritti civili.
Rosa a sei anni era stata testimone dell'attacco della comunità dove viveva da parte del Ku Klux Klan, da cui lei e la sua famiglia erano miracolosamente rimasti indenni. Nel 1943, Rosa incontra Edgar Daniel Nixon , presidente della , da cui lei e la sua famiglia erano miracolosamente rimasti indenni. Nel 1943, Rosa incontra Edgar Daniel Nixon , presidente della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) il Movimento per i diritti civili dei neri statunitensi.
Rosa prende coscienza che “c'è da fare” e ben pesto la sua forza e determinazione la portano a diventare segretaria della sezione di Montgomery dell'associazione. Inizia la sua lotta per avere diritto di voto (all'epoca i neri dovevano superare un “esame” per essere ammessi), e dopo tre tentativi, nel 1945 riesce ad ottenere il certificato elettorale. Più avanti, nel l 1955 inizia a frequentare un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l'uguaglianza razziale, la Highlander Folk School.
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| Gli autobus con le "divisioni" per i bianchi e per i "negri" |
Era lo stesso periodo in cui il pastore battista Martin Luther King lottava per far valere i diritti dei neri, che venivano ancora una volta oppressi dai bianchi.
E' il 1 dicembre del 1955 (altri dicono fosse il 2, ma poco importa); Rosa sta tornando a casa in autobus dal suo lavoro mal pagato (in quanto lei è nera) di sarta. La vettura, è piena per metà: tutti i sedili dei neri sono pieni, ma non quelli riservati ai bianchi. Lei è stanca, il suo lavoro le ha procurato problemi alla schiena e se resta in piedi per molto tempo inizia ad avere dei fortissimi dolori alle gambe. Ma non ci sono posti liberi... per i “negri”. Mentre i posti dei bianchi sono quasi tutti vuoti. Occupa il primo posto dietro alla fila riservata ai soli bianchi, nel settore dei posti comuni.
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| L'autobus originale dell'avventura è conservato nell' Henry Ford Musem in Dearborn, Michigan |
Dopo tre fermate, l'autobus si riempie di bianchi: non ci sono più posti a sedere. L'autista si accorge che Rosa siede dove non dovrebbe “per legge” se c’è un bianco in piedi, e le chiede di alzarsi e spostarsi in fondo all'automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Decide, allora, di fare una cosa semplice, logica, naturale ai nostri occhi, ma rivoluzionaria, esplosiva, destabilizzante agli occhi dell'America degli anni 50. Lei, calma, sottomessa, dignitosa ma ferma, sa che sta facendo Dopo tre fermate, l'autobus si riempie di bianchi: non ci sono più posti a sedere.
L'autista si accorge che Rosa siede dove non dovrebbe “per legge” se c’è un bianco in piedi, e le chiede di alzarsi e spostarsi in fondo all'automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Decide, allora, di fare una cosa semplice, logica, naturale ai nostri occhi, ma rivoluzionaria, esplosiva, destabilizzante agli occhi dell'America degli anni 50. Lei, calma, sottomessa, dignitosa ma ferma, sa che sta facendo “la cosa giusta da fare”. La cosa giusta per lei e per il suo popolo: rifiuta di muoversi e di lasciare il suo posto. Il conducente ferma l'autobus e chiama due agenti di polizia per risolvere la questione.
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| Rosa con il suo vestito, il fiore tra i capelli, e il numero di detenzione |
Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per “condotta impropria” e per “violazione delle norme cittadine” le quali obbligavano le persone di colore a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando in quello a loro riservato non c'erano più .
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| Rosa e Martin Luther King |
Quella stessa notte, Martin Luther King guiderà cinquanta leader della comunità afroamericana, a decidere cosa fare per protestare in maniera pacifica contro l'arresto di Rosa, mentre nelle strade già cominciavano le violenze reciproche tra neri e bianchi. La decisione che fu presa era quella di “boicottare ad oltranza” i mezzi pubblici sino a che le cose non fossero cambiate.
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| La pagina del quotidiano locale con la notizia della "scandalosa" ribellione di una "negra" che non vuole sedere nei posti riservati ai "negri" |
Per 381 giorni (più di un anno!) i neri (ma anche i bianchi che si opponevano alla segregazione) boicottarono i bus di Montgomery: dozzine di pullman rimasero fermi per mesi finché non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione. King andò a visitare Rosa nel carcere quatto giorni dopo l'arresto.
La protesta, iniziata da una donna minuta ma ferma, sottomessa ma forte, diede inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Martin Luther King descrisse così l'evento:
La protesta, iniziata da una donna minuta ma ferma, sottomessa ma forte, diede inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Martin Luther King descrisse così l'evento: «E' l'espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà... Rosa rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future».
Fu così che, nel 1956 il caso di Rosa arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che, evento storico, decretò all'unanimità, la incostituzionalità della segregazione sui pullman pubblici dell'Alabama.
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| Il Presidente Lyndon B. Johnson assieme a Martin Luther King e Rosa Parks durante la firma del "Voting Rights Act" che estende il voto a tutti i neri americani senza distinzione |
Tutto questo, grazie ad una donna minuta, semplice, umile, ma forte e determinata, che aveva deciso di fare “la cosa giusta da fare” al momento giusto.
Rosa quando l'ha fatto, non sapeva che quel suo gesto “naturale” avrebbe avuto una ricaduta per milioni di persone nel mondo. Ma l’ha, semplicemente, fatto. E la sua azione ha aiutato tutte le persone nere d’America ad ottenere un po’ di più di rispetto ed equità.
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Non pensare che ciò che fai non possa avere valore che per te: se è qualcosa che senti, che ti indigna, che ti fa stare male, che è come un calcio nello stomaco e per cui senti la voglia di agire, agisci!
Il mondo, un giorno potrebbe essere un po' diverso e un po' meglio, anche grazie a te, se decidi di fare, non solo di pensare, “la cosa giusta da fare”.
Marco







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