I veri eroi della Liberazione

 

E anche questo 25 Aprile è trascorso. E con esso le sue polemiche. Che ogni anno sono le stesse: “liberazione da chi?”, “siamo stati noi partigiani!”, “sono stati gli alleati!”, “i partigiani hanno stuprato e ucciso!”, “i fascisti hanno stuprato e ucciso!, “gli alleati hanno stuprato e ucciso!”...  

     Dove sta la verità? Molti si indignano, perché dire che la liberazione ha avuto “effetti collaterali” che mai vorremmo presentare come segno di libertà, è una mancanza di rispetto per i morti per la liberazione, è “apologia”, è “reazione”...  

    Mio padre... ricordo ancora quando ci diceva: “Vedete, figli miei, questa democrazia è orrenda; c'è chi ruba, chi raccomanda, chi abusa sul prossimo... ma meglio un giorno di QUESTA sporca democrazia, che cento anni vissuti nell'ordine della  dittatura.”  

    Eppure, lui avrebbe avuto tutte le ragioni di non gioire per i partigiani che entravano a Viterbo e la liberavano. Mi sovviene la sua storia, che ho già raccontato altrove, dove sulla porta della sua casa, all'indomani della liberazione, apparve un segno rosso che stava ad indicare "qui ci sono fascisti"... con tutte le conseguenze del caso. E solo la saggia fuga orchestrata da suo padre (mio nonno ) Benedetto salvò la sua famiglia dalla strage. 

    Dovrei odiare i “partigiani” che hanno fatto quel “segno” sulla porta dove mio padre, innocente, viveva, e dove rischiava di morire.  

    E dovrei parimenti odiare il regime che aveva costretto mio nonno a mettere una camicia nera per poter lavorare in un ufficio, collaborando così con un regime sanguinario.  

    Poi mi sovviene com'era mio padre, e ciò che diceva: lui, che amava suo padre alla follia, ma che amava anche chi gli aveva concesso di vivere in libertà; in una orrenda, corrotta, abusiva, sporca libertà... anche se quelle stesse persone avrebbero potuto sterminare la sua famiglia nel 1944:   “Vedete, figli miei, la guerra è brutta, perché non c'è regola... non ci sono guerre giuste, ma guerre che bisogna vincere... e la guerra è guerra!” .

    Il 25 Aprile per me celebra non tanto coloro che hanno posto fine alla dittatura, ma coloro che, memori di quello che avevano visto, hanno deciso che l'imperfezione di un giorno vissuto in libertà valesse  più di mille giorni vissuti con  strade senza buche e  treni in orario. Che non sono gli eroi dei fronti, ma i comuni cittadini che, rimboccandosi le maniche, hanno lavorato, ricostruito, creduto nella libertà.   

    Se hai dai 50 anni in su, stasera, prima di addormentarti, ringrazia tuo padre e tua madre, eroi sconosciuti della Liberazione. E ringrazia che oggi, grazie a loro, puoi arrabbiarti sui social contro questo o quel politico, gridargli “LADRO!” su Facebook, votare per il partito opposto a lui o a lei...

    Il 25 Aprile, per me, festeggia non la vittoria del bene sul male, ma la fine di un male supremo. E l'inizio di un bene supremo: “Meglio un giorno di QUESTA sporca democrazia, che cento anni vissuti nell'ordine della  dittatura.”   

 Ciao pà!

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