FABER
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| Foto Fabulafoto |
In un mondo senza social la morte sembrava fare meno rumore, e rimaneva confinata agli “addetti ai lavori”. Ma rabbrividii! La mente corse a quella sigaretta costantemente pendente dal lato della tua bocca che, negli anni, aveva abbassato ancora i tuoi bassi, e aveva creato il motivo per quel male che ora ti portava via.
La tua voce rimbalzò nella mia mente: non pura, come era, ma nel gracchiare stonato del Magnetofoni Castelli con il quale ti avevo ascoltato la prima volta attraverso la musicassetta copiata chissà quante volte che un amico aveva prestato a mio fratello. E giù a consumare metri e metri di nastro, ascoltando “La guerra di Piero”, “Via del Campo”, Bocca di Rosa”, “Un giudice”. A consumare i tasti e le orecchie per sentire e risentire “Il bombarolo” di “Storia di un impiegato”. Avrò avuto otto anni... Non capivo tutto, ma tu me lo spiegavi.
Avevi fatto anche parte del divano in fondo al pullman che ci portava in gita, con me che non sapevo cantare ma le conoscevo a memoria tutte, a tirare il gruppo ed i cori.
Ti avevo poi perso, preso come ero da tutto il resto e dalla musica d'oltre manica, ma ti avevo riscoperto quando la PFM aveva dato nuovo colore alle tue parole.
“Chi era, Marco?” fu la domanda di Janet, mia moglie inglese, nel vedere la mia faccia triste. Non risposi, ma le comperai un doppio CD di un live; non ti si poteva spiegare, bisognava solo ascoltarti; meglio nei live, che tu odiavi perché la gente ti spaventava... forse perché sapevi quanto valevi per loro, e ne rimanevi stupito.
Orgoglio puro, quando mio figlio di sette, otto anni, in una serata karaoke a casa, volle cimentarsi in Dolcenera, non sbagliando una frase, un attacco, un nulla; entrato nel DNA anche in lui, attraverso le ore ed ore di ascolto in auto nei nostri viaggi in Trentino o alle tue Cinque Terre.
E ora dove sei? Venticinque anni dopo, dove sei? Puoi capire perché, quando la mia insegnate di canto mi ha proposto di cantare “Amore che vieni, amore che vai” ho avuto un tuffo al cuore? Io, cantare te? Io essere per un po' la tua voce? Cercando filmati che mi facessero vedere la tua bocca per imitare i suoni... ma non c'è nulla in rete, troppo vecchio l'album, eri solo un ragazzino che si atteggiava ad essere Brel...
Dove sei, adesso, nel mio ritrovato mondo di musica? Dove sei adesso nella musica del mondo?
E manchi... mi manchi...
Ciao Faber...

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